Monte Cimino. Campagna scavi 2014
Venerdì 1 agosto 2014 si è conclusa la sesta campagna di ricerche sulla sommità del Monte Cimino (per le referenze amministrative e tecniche si veda infra), durata quest’anno ben sei settimane, purtroppo funestate spesso dal maltempo.
Il programma di intervento ha previsto l’apertura in ampio del settore 1, posto sulla cima dell’acropoli naturale presso la torre moderna, riscoprendo simultaneamente -non senza fatica- praticamente tutte le aree di scavo indagate dal 2009, in modo da esporre il cd. “recinto per roghi votivi” quasi nella sua massima ampiezza consentita, per un totale di circa 50 mq. Forti, infatti, sono i limiti all’espansione dello scavo archeologico imposti da sempre dalla presenza della torre, dei faggi e dei pendii acclivi e fortemente erosi.
In tal modo si è inteso raccordare stratigraficamente i vari depositi intercettati in precedenza, e in particolare verificare la presenza dei livelli più antichi a contatto con la roccia della collina. Lo scavo, nonostante il meteo inclemente, ha così raggiunto il banco roccioso sul fondo dello spazio racchiuso dal recinto in pietrame, confermando l’impressione che non si è conservato qui un vero e proprio battuto o piano di calpestio, trovandosi direttamente a contatto con la roccia basale il più antico degli strati neri carboniosi che caratterizzano l’intera sequenza protostorica dell’acropoli. Tra le varie novità ancora in corso di interpretazione, basti qui dire che al termine di questa campagna l’ipotesi di una costruzione (e l’utilizzo) in più fasi della struttura è divenuta ormai una certezza.
Oltre al “grande Settore 1”, le ricerche si sono estese per la prima volta ai margini nord del pianoro alla base dell’acropoli (Settore 13), dove due piccoli saggi di scavo hanno confermato la presenza di materiali esclusivamente di epoca protostorica. Ancora più interessante è stato l’esito dell’apertura, quasi al termine della campagna di ricerca, del Settore 14, posto a mezza costa del pendio a valle del settore 11 del 2013, cioè all’esterno della fortificazione in pietrame che cingeva per intero il pianoro orientale (anche detto “pianoro basso”). In questo settore, scelto per via della presenza di un ripiano artificiale creato con la costruzione in antico di un muro di terrazzamento ancora visibile in superficie, lo scavo ha riportato alla luce un tratto muro in pietrame a secco, esposto per un paio di metri di lunghezza, in associazione a frammenti ceramici, anche qui databili alla sola età del bronzo. In questo promettente nuovo settore le indagini proseguiranno, si auspica, l’anno prossimo.
Grazie alla assai proficua collaborazione con l’Associazione Terzo Millennio, sperimentata con successo per la prima volta quest’anno, è stato possibile riportare alla luce quasi integralmente la cinta muraria in pietrame a secco che circonda la cd. acropoli bassa (settore 12). Il lavoro di pulizia della infaticabile squadra di volontari ha rivelato l’esistenza di una sorta di “cintura” di pietre in perfetto allineamento, selezionate e in qualche caso squadrate, che corre a mezza costa del pendio per decine di metri. A monte di questa cinta il pietrame, seppur fitto, non mantiene -perlomeno attualmente- la stessa disposizione ordinata. Il rinvenimento tra le pietre di frammenti ceramici in ugual misura di epoca protostorica ed etrusca conferma quanto già emerso nel 2009 (scavo del settore 2): l’assetto attuale della muraglia appare essere un rimaneggiamento etrusco della originaria struttura protostorica.
Sabato 26 luglio sì è tenuta l’abituale conferenza di fine campagna, preceduta da una partecipata visita guidata sul sito, promossa dall’Amministrazione comunale insieme alla cooperativa locale “il Camaleonte”. Quest’anno l’incontro degli archeologi con il pubblico, svoltosi nei locali sottostanti la Residenza Comunale di Soriano, ha coinciso con la presentazione proprio nella sua sede già parzialmente attrezzata del progetto “Antiquarium Cimino”, ovvero del secondo Polo Turistico Culturale Municipale istituito dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con le associazioni sorianesi “Il Camaleonte” e “I Love Soriano”. La relazione del prof. Cardarelli, come da abitudine, è stata introdotta dal Sindaco Fabio Menicacci, con interventi della dott.ssa Gabriella Evangelistella (Servizio Cultura Comune di Soriano nel Cimino), del dott. Francesco di Gennaro e dello scrivente. Nella stessa occasione, giusto rilievo è stato alla “nascita” ufficiale del magazzino per i reperti dello scavo proprio in uno spazio dell’antiquarium attrezzato anche per lo studio dei materiali archeologici.
Credits campagna di ricerche 2014
Condotto dal 2009 con il supporto e il coordinamento tecnico e organizzativo della cooperativa Matrix 96, lo scavo del 2014 è stato realizzato dall’Università Sapienza di Roma con fondi propri e con un contributo del Comune di Soriano. Come ogni anno, la campagna di ricerche, diretta dal prof. Andrea Cardarelli, si è avvalsa dell’intervento di studenti universitari di provenienza italiana, europea ed extra-europea.
Coordinamento generale e RSPP: Andrea Schiappelli (Matrix 96).
Responsabili di settore: Nicola Ialongo e Andrea Schiappelli (Matrix 96).
Rilievi: Fabiana Macerola.
Topografia: Fiammetta Sforza (Matrix 96) e Andrea Di Renzoni (CNR-ISMA).
Foto 3D: Irene Carpanese.
Studenti/laureati/dottorandi: Cleli Alfonsi, Monia Barbieri, Andrea Cesaretti, Matteo Di Micco, Klára Dvořáková, Valentina Oselini, Raffaele Palumbo, Elisa Paolini, Francesca Porta, Carlos Montalvo Puente, Federico Scacchetti, Agostino Sotgia, Eleonora Storri, Cristina Tavolini, Claudia Tomaselli e Cosimo…
Volontari Associazione Terzo Millennio: Fulvio Catalani, Annamaria Chiani, Maria Grazia Ferruzzi, Beatrice Franceschelli, Giuseppe Mastromichele, Luca Tenan, Andrea Zolla.
Si ringraziano inoltre: famiglia Ricci (Soriano nel Cimino); VIP Electronics dei sig.ri Iacarelli (Viterb0); Francesca Ceci e Angelo Pagliari; Cooperativa “Il Camaleonte” e in particolare Fabrizio Allegrini e Valerio Modesti (Soriano nel Cimino); M. Di Vittorio e Alessandra Corsi (Soriano nel Cimino).
Informazioni generali
“In vetta alla Tuscia, prima degli Etruschi” è un progetto di ricerche archeologiche della cattedra di Protostoria Europea (direzione scientifica di Andrea Cardarelli), Dipartimento di Scienze dell’Antichità della “Sapienza” Università di Roma, in concessione (dal 2013) da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale (responsabile per il territorio dott.ssa Laura D’Erme e referente per il progetto di ricerca dott.ssa Flavia Trucco); membri del comitato scientifico sono anche, oltre a Cardarelli e Trucco, gli archeologi Isabella Damiani (Roma Capitale) e Francesco di Gennaro (Soprintendente Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini-Roma).
Autore: Andrea Schiappelli
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