Scanno / Campagna di ricerche 2013
Da quest’anno, il progetto di ricerca archeologica e antropologica di Matrix 96 finora denominato “Per una nuova Scanno antica” ha cambiato nome a causa dell’ampliamento dell’area di indagine e dell’estensione della convenzione con i Comuni interessati: ora è denominato «Fluturnum, archeologia e antropologia nell’alta Valle del Sagittario», e alla fine di Settembre 2013 si è conclusa la prima campagna di scavo nel sito «I Giardini» a Scanno, dopo anni di ricerche di superficie.
I lavori sono stati condotti su concessione della Soprintendenza per i beni archeologici, in collaborazione con l’Università di Bologna (prof. Antonio Curci, co-direttore scientifico della missione), il Comune di Scanno e grazie al contributo del “Rotary Club Roma Monte Mario”, sotto la direzione tecnica e scientifica di Francesca R. Del Fattore e Andrea Schiappelli di Matrix 96, società che ha inoltre organizzato la logistica della campagna di ricerche, compresi rilievi (Alessandro Felici) e analisi archeobotaniche (Emma Cimatti).
L’équipe di scavo è completata da archeologi e studenti provenienti da diversi atenei italiani: Gabriella De Felice, Dolores Ferrante, Gabriella Giovannone, Enrica Gori, Alberto Miccadei, Barbara Ottani, Valerio Palone (responsabile di settore), Elisa Rummolino, Mariateresa Sacchetta, Emanuele Saletta, Chiara Tebaldi, Veronica Villa e Costanzo Tarullo.
Archeologia e …
La campagna di scavo ha consentito di mettere in luce un abitato riferibile a età imperiale, inquadrabile, allo stato attuale degli studi, tra II e IV secolo d. C. La scoperta del sito, localizzato lungo un’importante direttrice che dalla conca di Sulmona procedeva verso sud, attraverso il valico di Godi, si deve a una segnalazione degli abitanti del luogo, cui hanno fatto seguito sopralluoghi svolti nell’ambito del progetto in discorso. L’intervento ha riguardato due distinti settori, distanti circa 300 metri uno dall’altro, interessato uno da una struttura probabilmente abitativa, andata a fuoco in epoca antica e poi sepolta dai detriti scivolati da monte, e l’altro da ambienti di servizio, tra cui si distingue per stato di conservazione un pavimento in opus spicatum.
Accanto alla scrupolosa applicazione della metodologia scientifica di scavo stratigrafico, accompagnata dal rilievo topografico (a cura di Alessandro Felici) delle evidenze portate in luce e da analisi bio-archeologiche (a cura di Emma Cimatti), si è rivelato di importanza strategica per la conoscenza del contesto indagato lo scambio di informazioni con gli abitanti del comprensorio.
… antropologia (a cura di Anna Rizzo*)
“All’interno della missione ‘Fluturnum, archeologia e antropologia nell’alta Valle del Sagittario’ è stata inserita una ricerca antropologica. La mia presenza nel comune di Scanno e Frattura è coincisa con il periodo di ricognizione e di scavo che si è svolta dal 2010 al 2013. Nell’arco di questi quattro anni mi sono mossa gradualmente, da una prima documentazione bibliografica e partecipazione alle campagne di ricognizione, fino a individuare gli obiettivi e le fasi della ricerca: la pastorizia transumante presente in forma residuale e il calendario dei culti legati alle partenze e agli scambi culturali contestuali alla Valle del Sagittario.
Nella fase operativa della ricerca, dopo un’iniziale scelta di metodo, quella dell’intervista e dell’osservazione partecipante, ho concordato incontri e colloqui instaurando un aperto dialogo con alcuni cittadini di Scanno e Frattura, che per storie di vita e consapevolezza della ricerca da me svolta mi hanno guidata nello studio del territorio della Valle del Sagittario. E’ stato un lavoro lento e delicato, dedicato prima all’incontro, poi alla fiducia e infine alla condivisione di ricordi ed eventi spesso tramandati di generazione in generazione.
Il mio lavoro, a differenza dei miei colleghi archeologi è quello di recuperare ciò che ancora sopravvive attraverso forme cultuali, che si può leggere in antiche leggende, miti o racconti. Molte delle interviste che ho raccolto sono state registrate, documentate e correlate di foto. Ho incontrato più volte i miei informatori, per verificare dopo tanto tempo in base a ciò che era emerso se il terreno entro cui mi muovevo era sincronico.
Attraverso gli strumenti metodologici che mette a disposizione l’archeologia, ed essendo l’antropologo stesso un nodo dell’interazione con le narrazioni e gli incontri, abbiamo intercettato siti e luoghi frequentati in epoca romana e medievale. I temi su cui ho lavorato quest’anno sono stati scelti in funzione di una restituzione immediata dei documenti da me prodotti in relazione ad un’eventuale divulgazione e musealizzazione nel più breve arco di tempo. La mia permanenza a Frattura ha aperto una nuova finestra alla ricerca.
Per quattro settimane, sono stata a stretto contatto con gli abitanti e insieme abbiamo cominciato la nostra esperienza etnografica. Parlo al plurale perché se sono riuscita a raggiungere gli obiettivi previsti per la documentazione, tutto ciò è stato possibile solo grazie alla partecipazione e al riconoscimento che l’équipe ha ricevuto per la sua professionalità e la gratitudine che abbiamo sentito giorno dopo giorno. La storia di Frattura va contestualizzata all’emigrazione degli inizi del ‘900 verso l’Europa continentale e il Venezuela, con il conseguente fenomeno delle vedove bianche e la sua economia legata alle risorse ambientali e al latifondo.
Lavorando in équipe abbiamo creato dei tavoli di lavoro con gruppi di studio che si sono svolti dopo le ore di scavo e laboratorio. Abbiamo documentato attraverso registrazioni, foto, video, rilievi, e disegni: Frattura vecchia, la zona delle ex baracche, Frattura nuova, gli orti, i pollai, gli ovili, le sorgenti, i tracciati tuttora in uso per il pascolo, gli oggetti, i volti, i gesti e tutto ciò che in una parola è cultura.”
* Anna Rizzo (Palermo, 14/09/1979): laureanda in scienze antropologiche all’Università di Bologna Alma Mater Studiorum, dal 2003 al 2013 partecipa a diverse campagne di scavo archeologico e paleontologico in Italia e all’estero con le Università di Bologna, Bari, Ferrara, Siena, Torino, Tubingen, Mursia, Brandon. Nel 2004 frequenta la Scuola di Paleoantropologia e Preistoria dei Quaternario dell’Unversità di Mursia, Spagna. Nel 2011 collabora con l’Università di Stanford (CA) nello scavo di un campo di prigionia della seconda guerra mondiale in Canada – Whitewater Pow Camp, Manitoba. E’ iscritta alla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari. Dal 2009 è responsabile del progetto antropologico “Per una nuova Scanno antica”.